Trading online: l’indicatore Stocastico





Le analisi tecniche sono utili ai traders per ridurre al minimo i rischi dei loro movimenti finanziari. L’indicatore stocastico, ideato da George Lane, è uno dei metodi d’analisi più utilizzati nel trading online a seguito della sua precisione. Sostanzialmente consiste in un indicatore di momentum che, con un numero compreso tra 0 e 100, segnala il prezzo di chiusura in relazione ai massimi ed ai minimi.

L’indicatore stocastico nel trading online può essere applicato con ogni time frame, dal più breve intraday, al settimanale.

I software di analisi finanziaria più comuni consentono rappresentazioni grafiche dell’indicatore stocastico molto efficaci. Esso è graficamente rappresentato dall’unione di due curve, rispettivamente %K e %D.

La %K si riferisce ai massimi ed ai minimi relativi, mentre la %D viene calcolata e tracciata tramite la media mobile esponenziale della %K. Lo scopo principale della %D è di ripulire il grafico, riducendo il rischio dei falsi segnali.
Per il calcolo della %K si segue la formula %K= (C – Ln/Hn – Ln) *100 in cui C è il prezzo di chiusura, Ln il minimo registrato nel periodo di riferimento, Hn il massimo del periodo ed n è il numero di giorni scelti dal trader per il calcolo dell’indicatore stocastico.

Nel trading online l’indicatore stocastico è frequentemente utilizzato con un margine temporale di tre giorni. Ad ogni modo, la formula successiva da utilizzare è quella per il calcolo della media mobile di %D, ossia %D= [somma periodo (C – Ln)/somma periodo (Hn-Ln)] *100.

Quando l’indicatore scende sotto il 20, si è in un caso d’ipervenduto. Se, invece, l’indicatore sale oltre 80 ci si trova nel caso opposto dell’ipercomprato. Un’ulteriore distinzione per comprendere l’uso dell’indicatore stocastico nel trading online è doverosa. Esso può essere – infatti – lento o veloce, a seconda della maggiore o minore sensibilità d’oscillazione data alle curve %D e %K. Ovviamente, come per ogni altro indicatore, l’interpretazione corretta è possibile solo tramite le competenze ed esperienze del trader.

Il Bitcoin, la nuova frontiera del trading online



Per un giorno non ci occupiamo di piattaforme forex o piattaforme di trading per altri strumenti di trading ma di Bitcoin. Si tratta della prima valuta virtuale della storia dell’Umanità, una valuta che non rappresenta un bene fisico come l’oro e che non ha corso forzoso in nessun paese al mondo. Tutti sono liberi di utilizzarla e di accettarla, se vogliono.

La cosa più curiosa è che non esiste nessun tipo di ente centrale che la emette o la controlla. L’emissione della valuta (mining) avviene tramite un meccanismo peer to peer e perfino il controllo delle transazioni avviene con questo meccanismo.
Le motivazioni alla base dell’invenzione di questa valuta sono da ricercarsi nella necessità di sfuggire al controllo governativo che, in tutti i paesi del mondo, si fa ogni giorno più pesante e tende a ridurre la libertà degli individui.

In ogni caso su Forex06 non ci occupiamo di questioni filosofiche ma di trading e strategie per guadagnare sui mercati finanziari. La cosa su cui vogliamo concentrarci è dunque il trading di bitcoin.
Alcune piattaforme di trading forex, come AvaTrade hanno creato un CFD che rappresenta il valore del bitcoin rispetto al dollaro.
Una grande opportunità per tutti i trader, visto che il bitcoin è estremamente volatile e consente dei profitti piuttosto sostenuti (è necessario ricordare che il trading di CFD comporta sempre un livello di rischio).

Il trend del bitcoin è spaventosamente rialzista rispetto al dollaro: in pochi anni ha moltiplicato il suo valore e non sembra che esiste la possibilità di invertire questo trend di fondo. Tuttavia nell’ambito della singola giornata di negoziazione ci possono essere dei movimenti anche piuttosto marcati: come detto è un mercato estremamente volatile e quindi può avere anche oscillazioni del 10% o più al giorno. Immaginando di operare con un adeguato effetto leva, si può capire quali sono i livelli di profitto che si possono raggiungere.

Chi vuole approfittare del bitcoin per fare profitto deve necessariamente affidarsi a broker autorizzati e regolamentati nell’ambito dell’Unione Europea. Questi broker mettono a disposizione un CFD e consentono di operare nella massima sicurezza e trasparenza. Chi invece volesse comprare direttamente il bitcoin dovrebbe rivolgersi a marketplace che per la natura stessa del bitcoin non sono ne regolamentati ne autorizzati da nessuna autorità di controllo. Questo non è né un bene né un male ma bisogna notare che in questo modo non è disponibile alcuna garanzia di trasparenza e alcuna forma di protezione per il trader.

Inoltre operare sul bitcoin con i broker CFD ha un altro immenso vantaggio: si può guadagnare sia quando le quotazioni del bitcoin vanno su sia quando vanno verso il basso.
Se invece si comprano bitcoin sui marketplace, si guadagna quando il mercato va in alto ma si perde senza speranza quando il mercato va in basso.

Il broker che attualmente ha mostrato le migliori prestazioni per quanto riguarda il bitcoin è AvaTrade: si tratta di un broker sicuro, affidabile, estremamente conveniente e che offre anche un effetto leva molto interessante. Tra l’altro è attualmente in corso una promozione che prevede il pagamento di un bonus omaggio di 10.000 euro per tutti gli iscritti che decidono di operare con soldi reali. Un motivo in più per scegliere AvaTrade per fare trading di bitcoin.
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LO SPREAD NEL FOREX

Spread è uno di quei vocaboli che hanno conquistato una certa fama con l’intensificarsi della crisi. Lo spread “famoso” è quello che riguarda i debiti pubblici ma il concetto – ossia quello di differenziale – è lo stesso anche per lo spread meno famoso, ossia quello che riguarda il Forex.
Per spread si intende la differenza tra “buy” e “sell”, ossia tra il prezzo al quale si può comprare una valuta e il prezzo al quale si può vendere quella stessa valuta. Le voci “buy” e “sell” vengono decise dal broker. Questi guadagna proprio sullo spread. E’ il costo da pagare (spesso) per non avere commissioni.

Quando si è alla ricerca di un’intermediario con uno spread basso, occorre però anche verificare che non sussistano condizioni sfavorevoli in grado di bilanciare il basso differenziale tra il buy e il sell, come ad esempio l’esistenza di commissioni e la variabilità dello stesso spread in base al tipo di conto.

spread forexLo spread basso non è solo un requisito per guadagnare bene, ma è anche la condition sine qua non per realizzare alcune tecniche particolari. E’ il caso dello Scalping: questa tecnica consiste nell’effettuare numerose operazione in un lasso di tempo ridotto, in modo da generare guadagni risicati ma che, essendo tantissimi, formano un guadagno giornaliero alto. E’ ovvio quanto sia impossibile procedere con lo Scalping se lo spread è alto: pagare “un tot” per ogni operazione è già fastidioso, pagarlo tantissime volte nell’arco della giornata lo è ancora di più.

Da questo punto di vista, i numeri non ammettono dubbi. Un trader che non fa scalping, può aprire e chiudere posizione due, massimo tre volte nell’arco di una giornata. Un trader che fa Scalping può ripetere lo stesso procedimento anche trenta o quaranta volte. Immaginate di dover pagare trenta volta lo spread… Tutti i guadagni verrebbero mangiati da questa sorta di tassa decisa dai broker.

Il consiglio è quindi quello di scegliere sempre broker con spread bassi, soprattutto se si utilizzano tecniche “particolari”. Nel caso foste però trader “normali” e siate costretti a scegliere tra un broker con spread bassi ma con commissione e un broker con spread un po’ più alti ma senza commissione, è consigliabile optare per la seconda alternativa.

Dizionario del forex: seconda parte

 

Oggi pubblico la seconda parte del dizionario del forex (qui si trova la prima parte). Ricordo, come sempre, che conoscere il forex dal punto di vista tecnico aiuta ad aumentare i profitti ma che senza una piattaforma di trading forex di qualità non si va da nessuna parte.

Margine. Per margine si intende la cifra che va depositata prima iniziare un’operazione allo scopo di coprire le eventuali perdite.
Margine (chiamata a). La chiamata a margine è la richiesta che il trader effettua a una società di compensazione e che punta, semplicemente, nella concessione di fondi addizionali.

Marubozu (candele di). Le candele di Marubozu, chiaramente una metafora, indicano quella situazione in cui un cambio sembra disegnare nel grafico una candela “senza ombra né code”, ossia quando i massimi e i minimi registrati nella periodo analizzato coincidono con i prezzi di apertura e chiusura della sessione. Graficamente, le candele di Marubozu appaiono senza “linee verticali”.

OCO Order. Sta per One Cancel Other Order, ossia “uno cancella l’altro”. Si tratta di quel genere di ordine che, per sua stessa natura, ne annulla un altro già attivato precedentemente.

Pip. E’ il minimo spostamento registrato in un cambio. Ad esempio, se l’EUR/USD passa da 1,3015 a 1,3016 si apprezza l’aumento di un pip. Ogni cambio ha un pip diverso. L’EUR/USD ha un pip di un deci-millesimo, quindi presenta quattro cifre dopo la virgola (come anche il GBP/USD). Il cambio EUR/JPY ha invece un pip di un centesimo, quindi presenta solo due cifre dopo la virgola (come anche l’USD/JPY).

Resistance. E’ la soglia al di la della quale si attiva una tendenza alla vendita.

Spread. Con questo termine di indica la differenza tra il prezzo di acquisto di una merce (in questo caso la valuta) e il prezzo di vendita della stessa. Lo spread rappresenta un ottimo indicatore per misurare la fluidità del mercato. Generalmente, si ravvisa un rapporto di proporzionalità inversa, ossia quando lo spread è minimo il mercato è molto fluido.

Risk Capital. Capitale che un trader investe, la cui perdita – in ogni caso – non provoca un abbassamento del tenore di vita del trader stesso.
Scalping. Tecnica che consiste nella realizzazione di operazioni a un ritmo frenetico, ma di portata modesta. Segue la logica della “formichina”, si realizzano tanti piccoli guadagni, che però a fine giornata formano un guadagno grande.

Short. Denota la cosiddetta “vendita a copertura”, ossia la vendita di un prodotto che non si possiede ancora, ma che si conta di acquistare successivamente, quando lo si potrà fare con profitto.

Stop Loss Order. Indica l’ordine di vendita raggiunta una soglia stabilita in precedenza. Questa soglia può giacere tanto al di sotto quanto al di sopra del corso ravvisato nel preciso momento in cui l’ordine è stato emesso.

Technical Analysis. E’ l’analisi che si pregissa di prevedere il futuro prossimo del mercato sulla scorta dell’elaborazione dei dati forniti dai grafici.

Il dizionario del forex



Tra oggi e domani pubblico un utilissimo dizionario dei termini forex più diffusi, un dizionario che rappresenta un po’ una guida per orientarsi nel mondo del forex, utile soprattutto a coloro che vogliono cominciare ad operare sui mercati valutari. Prima di cominciare, però, è meglio evidenziare un concetto fondamentale. Per guadagnare nel forex serve un broker di elevatissima qualità: gratuito, affidabile, onesto e autorizzato.

Esistono pochi broker forex in grado di rispettare tutti questi requisiti e che quindi possono essere utilizzati con profitto e tranquillità, uno dei migliori in assoluto è Markets.com, puoi inscriverti subito cliccando qui.

Base Currency. Letteralmente “valuta base”. E’ il primo termine che compare in tutte le coppie. Per esempio, la Base Currency della coppia EUR/USD è l’euro, mentre quella della coppia GBP/USD è la sterlina.

Break Event Point. Detto anche Bep (semplicemente un acronio) o punto di pareggio, è l’unità di tempo necessaria affinché i ricavi legati a un’operazione eguagliano gli investimenti messi in campo per realizzare l’operazione stessa.

Central Bank. Con questo termine si indicano le banche centrali responsabili di ciascuna valuta. Sicché la Central Bank dell’euro è la Banca Centrale Europea, mentre la Central Bank del dollaro è la Federal Reserve.

mercato forexCurrency Risk. Rischio di subire perdite a causa dell’inversione di tendenza di un determinato cambio di valute.
Dumping. Vendita, da parte di un’impresa straniera, di un prodotto di qualsiasi tipo a un costo inferiore a quello praticato nel paese d’origine dell’impresa (o al quale fanno riferimento).

Federal Reserve. Per chi non lo sapesse, è la banca centrale degli Stati Uniti.

Fixed Exchange Rate. Corsi ufficiali che le banche centrali stabiliscono per le proprie monete. Il Fer (acronimo), a discapito delle premesse, raramente impone regimi di cambi così stabili da inficiare le attività di Forex. Questo perché qualche fluttuazione c’è sempre.

Flat. Noto anche con il termine di Square, indica la situazione di equilibrio del quaderno del trader. Si ravvisa il Fiat quando non è aperta nessuna posizione o quando tutte le posizioni aperte si annullano l’un l’altra.

Forex Exchange Swap. Transazione che implica il cambio in due date distinte: la prima, più vicina, al giungere della quale si effettua il cambio al tasso registrato in quel preciso momento; la seconda, più lontana, al giungere della quale si effettua il cambio a un tasso stabilito a inizio contratto.

Hedging. Noto anche con il nome di “copertura”, consiste nella realizzazione di un’operazione il cui scopo è limitare le eventuali perdite dell’operazione principale. Le due operazioni, ovviamente, hanno natura inversa. L’Hedging apporta prudenza ma, contemporaneamente, tende a limitare i profitti (proprio perché una parte del capitale è investito nella copertura). E’ utilizzato, spesso, a sostegno delle attività di Scalping.

Initial Marging. Deposito che funge da garanzia per aprire una posizione, il cui scopo è appunto garantire in caso di perdite.

Leva (effetto). Per leva si intende quello strumento, molto utilizzato nel Forex, che permette di realizzare operazioni impegnando solo una quota minima di capitale. Ipotizzando una leva “10:1”, si può aprire un’operazione 10.000 euro che però può potenzialmente portare guadagni (o perdite) di 100.000. La leva più utilizzata, che rappresenta anche la soglia al di là della quale il rischio è troppo alto, è quella 100:1. Molto spesso, però si utilizzano anche leve di 200 o 400.

Long position. Si tratta di una posizione caratterizzata dall’acquisto di una valuta che il trader non possedeva in precedenza. La valuta in questione acquisisce l’aggettivo “lungo”. Ad esempio, dollari lunghi.